domenica 18 aprile 2010

Un primo sguardo a PubMed..

PubMed.

Quando ho letto di cosa trattava l'assignment 6 ho pensato che prima o poi sarebbe stato un argomento da affrontare, quindi, farsi un'idea di che cosa si trattava ora..poteva sempre essere un buon inizio.

Così ho lasciato il libro di anatomia che mi guardava sul tavolo e mi sono messa a "studiare" le risorse bibliografiche mediche e poi sono andata su PubMed.

Ho iniziato a capire meglio in cosa consisteva e come ricercare, anche con l'aiuto dell'Help.

Ho cercato qualche cosa abbastanza, anzi parecchio generale (come origini del cancro o qualcosa del genere) anche perchè non mi veniva nulla da ricercare in mente..
Poi, mentre digitavo qualcosa a caso nel campo di ricerca, mi è apparso come suggerimento "alzheimer's disease" e allora ho detto..va bene..facciamo una ricerca sull'alzheimer.

Primi risultati ottenuti: 70411....forse un po' tantini..vediamo cosa si può fare...

Sono entrata nel Limits e ne ho messi alcuni, come articoli pubblicati negli ultimi 5 anni, sugli uomini e con link per il testo gratuto...risultati: 3715...mmm..non male, ma ancora troppi..

Selezionando le lingue che conoscono i risultati non cambiano un gran che...

A questo punto per avere un minor numero di articoli dovrei restringere il campo di ricerca...ad esempio alla sola terapia per l'alzheimer..già così la ricerca è notevolmente ridotta e poco più di 900 risultati.

Riducendo la ricerca a una lingua particolare trovo un accettabile numero di risultati, ma decido di chiudere qui la mia prima esperienza con PubMed...

In sintesi:
  • PubMed mi permette di trovare un grande numeo di articoli scientifici;
  • la ricerca sarebbe molto più efficace se solo sapessi cosa cercare;
  • è uno strumento importante da tenere a mente per ricercare e approfondire informazioni..magari in futuro..ora, sinceramente, non so davvero cosa ricercare.....

domenica 11 aprile 2010

Perchè ballare?

Perchè, aldilà dei risultati positivi o negativi mi ha insegnato tanto.
Perchè non credo che stare in un'aula o studiare montagne di libri si imparino tutto...o almeno, per quanto mi riguarda, io ho bisogno anche di altro.

I miei anni passati qui a ballare mi hanno insegnato ad aprirmi e ad essere più estroversa.
Mi hanno dato tanta più sicurezza in me stessa e "coraggio" a mettermi in gioco e a sperimentare tante cose che magari prima non avrei nemmeno immaginato di fare...

Mi ha insegnato che le persone vanno guardate negli occhi....e che un sorriso può aiutari molto, ad uscire da una situazione imbarazzante o difficile, a nascondere le tensioni o ad aiutare qualcuno in difficoltà...

Mi ha fatto capire che quando fai qualcosa tutti ti giudicano, ma pochi soltanto sono i voti che ricevi che ti interessano davvero..

Mi ha fatto vedere che. tante volte, quei voti che ti interessano sono dati in modi che non sempre coincidono con quello che dovrebbe essere il vero risultato finale...

Mi ha fatto capire che bisogna essere testardi per arrivare fin dove si vuole, e che c'è bisogno di una buona dose di sfacciataggine e d una dose ancora maggiore di fortuna...

Mi ha insegnato a tenere la testa alta...



Questi sono alcuni dei motivi per cui continuo a ballare, nonostante mi costi tanto e debba fare mille piani organizzativi per poter studiare.
Di certo non sono la prima balllerina della Scala (anche perchè sennò probabilmente non sarei qua a studiare medicina..) e non passo le mie giornate in palestra perchè ho doti particolari.
Continuo perchè credo che ci sia ancora qualcosa da impare e poi, cosa non meno importante, mi diverto!

sabato 10 aprile 2010

Guardate il mio amico Link cosa a trovato e divertitevi:

lunedì 5 aprile 2010

TITOLO DEL FILM: "Fame -Saranno Famosi"

TITOLO ORIGINALE: "Fame"

ANNO: 2009

NAZIONI: USA

REGIA: Kevin Tancharoen

CAST: Kelsey Grammer, Megan Mullally, Kay Panabaker, Bebe Neuwirth, Naturi Naughton, Anna Maria Perez de Tagle, Charles S. Dutton, Debbie Allen, Johanna E. Braddy, Kherington Payne

GENERE: commedia, drammatico, musicale, romantico

DURATA: 107 minuti

TRAMA: Alla prestigiosa School of Performing Arts di New York, aspiranti giovani attori, cantanti, ballerini e altri artisti di talento cercano una strada per ottenere il successo e poter realizzare i propri sogni.

Remake del successo del 1980 di Alan Parker "Fame", la versione del 2009 non può certo essere paragonata all'originale.

La scansione del film rimane la stessa; sono cinque atti, dalle audioni all'ultimo anno dei quattro di corso e rimangono anche alcune canzoni originali come quella che dà titolo al film e Out Here On My Own.
Tuttavia, forse i personaggi troppo stereotipati e una storia scontata non permettono di sentirsi parte delle emozioni e dei azioni che provano i protagonisti..

Comunque può essere piacevole guardarlo per guardare qualche scena di ballo o di canto, e magari prendere qualche spunto..
Devo dire che in realtà ci sono in maggioranza scene di canto rispetto a quelle di ballo, ma da quelle poche si può distinguere chiaramente la differenza tra muoversi mettendo insieme qualche esercizio e ballare..

danza in carrozzina..

Ballare.

La danza è uno sport che unisce alle fatiche dell'allenamento e all'adrenalina della gara/del teatro anche la possibilità di esprimersi e di trasmettere sentimenti a chi guarda, coinvolgendoli in quello che stai facendo.

Ed è qualcosa che tutti, ma veramente tutti, possono fare.

La danza in carrozzina ne è la prova.
L'eleganza, lo stile e il ritmo che hanno questi ballerini ha sicuramente qualcosa da insegnare..

Ho trovato che la pratica della danza in carrozzina iniziava in Svezia nel 1968; pioniere era Els Britt Larrson, un impiegato in carrozzina della Federazione Disabili svedese.
Qualche anno dopo, nel 1975, ebbe luogo la prima competizione, con ben 30 coppie di partecipanti.
Poi, due anni dopo, la prima gara internazionale e poi, nel 1998, finalmente i mondiali in Giappone.

Nello stesso anno avveniva il riconoscimento da parte dell'IPC (International Paralympic Commitee) e la gestione, al suo interno da parte dell'International Paralympic Wheelchair Dance Sport Commitee (IPWDSC).

Intanto nei primi anni '70 negli Stati Uniti, grazie all'impulso di Alito Alessi (danzatore e coreografo) si sviluppava la DanceAbility, non una semplice terapia per disabile, ma una vera e propria tecnica di danza, nata dall'incontro di varie discipline (tra cui, oltre a ginnastica e danza, Tai Chi, Aikido e meditazione) e dalla ricerca di nuove tecniche di espressione e di comunicazione attraverso il contatto, il trasferimento di peso e l'ascolto. (http://www.danceability.com/)

Per quanto riguarda l'Italia nel 2005, a Firenze, veniva fondata la Weelchair Dance Sport Firenze, la prima scuola di danza sportiva in carrozzina del territorio nazionale e, nel 2007, per la prima volta una rappresentativa azzurra ha preso parte agli Europei di danza sportiva a Varsavia.

L'area di esibizione in una gara di danza sportiva in carrozzina deve essere di almeno 200mq e le discipline in cui gareggiare sono le danze standard (Valzer lento, Tango, Valzer viennese, Slow Fox Trot e QuickStep) e le danze latino americane (Cha Cha Cha, Rumba, Samba, Paso Double, Jive).

La giuria deve giudicare non solo elementi tecnici, ma anche stile, carisma e coreografia, in poche parole l'espressione artistica pura, l'uso della pista, l'originalità delle figure, l'espessione del linguaggio del corpo.
Inoltre è importante, anzi fondamentale, la cooperatività tra i due componenti della coppia; se il partner disabile è spinto o tirato in modo passivo, il giudizio sarà penalizzante.

Il ballerino in carrozzina può esprimere il senso del ritmo anche attraverso movimenti di accelerazione e frenata delle ruote, virate, inclinazioni, e elevazione delle ruote anteriori (purchè eseguiti autonomamente).

Oltre a tutte le regole, io ritengo che sia l'umanità e la capacità di trasmettere le emozioni che contraddistingue questa danza, tanto che io, quando penso a cosa sia la danza, mi viene in mente un'esibizione che ho visto di danzatori in carrozzina, perchè sintetizza in qualche minuto, l'eleganza, la correttezza, il ritmo, la bellezza, la leggerezza e tutte le infinite parole con cui si potrebbe contraddistinguere la danza.

Metto qualche video, nonostante, purtroppo, non riescano a riprodurre pienamente le emozioni che si provano vedendoli ballare dal vivo...






domenica 4 aprile 2010

Sui social network..

Facebook , Delicious, ANobii, Flickr, WiserEarth, Vox, Twitter,
ScienceStage, Passportstamp, Youtube, Scribd, StumbelUpon, Slideshare, Deviantart, TakingITGlobal, MySpace, aSmallWorld,
Badoo, Books iRead, Black Planet, Faces.com, Fubar, hi5........

Condividere foto, scritti, video, musica, poesia, libri, disegni, esperienze, presentazioni, sottotitolare video......

Aperti a tutti, solo maggiorenni, solo sotto invito, solo sopra una certa età....

Più diffusi in europa, in asia, in america, solo in certe particolari nazioni.......

I social network sono talmente tanti che non è possibile stargli dietro...

Condividere le proprie esprienze con i propri amici, e poi con gli amici degli amici, e poi con gli amici degli amici degli amici...e così via..fino a creare una rete che potenzialmente raggiunge tutto il mondo, è qualcosa non solo di interessante, ma quasi di spiazzante per certi versi...

Un potenziale incredibile per scambiare idee, informazioni e tutto quello che vi viene in mente..

Io ne ho guardati alcuni.

In alcuni hai bisogno di un account per poter "sbirciare" un po' in giro e capire meglio di cosa si tratta..in altri puoi curiosare tranquillamente

Non nascondo che non ho una grande simpatia per i social network; certo, anche io ho facebook, ma devo aggiungere che non lo sopporto proprio....

Non capisco il bisogno di condividere tante cose, forse è da questo che deriva la mia antipatia, ma, forse, non è che si perderà il senso di avere uno spazio privato?..non inteso come avere qualcosa di proprio, ma come qualcosa in cui da solo, posso valutarmi e crescere...

Certamente non nego nemmeno l'enorme rete di connessioni e scambi che i social network sono in grado di stabilire facilmente e rapidamente...

Infatti, ne ho trovati alcuni molto interessanti e molto utili senza alcun dubbio (e la mia sorpresa nel scoprire delicious ne è la prova)...

...di altri ancora mi piacerebbe molto farne parte e scoprirne ancora di più..ma, purtroppo, richiedono tempo, che, anche ad organizzarsi bene, è quello che è..e quindi, magari sono da tenere a mente.....un giorno, forse, chissà...






giovedì 1 aprile 2010

Orientarsi nella danza: le posizioni dei piedi

Qualsiasi stile di danza studiate prima o poi le posizioni dei piedi tornano sempre fuori...sono un po' le basi di partenza per studiare la danza in modo più tecnico, diciamo..

Vediamole, quindi, insieme rapidamente:




PRIMA POSIZIONE: i talloni sono uniti tra loro e i piedi formano un angolo di 180°

SECONDA POSIZIONE: i piedi sono orientati allo stessomodo della prima posizione, ma sono leggermente divaricati






TERZA POSIZIONE: i piedi sono paralleli, uno davante all'altro, con le punte con direzioni opposte; il tallone del piede davanti si colloca circa a metà dell'altro




QUARTA POSIZIONE: i piedi sono uno di fornte all'altro, paralleli e con le punte in direzioni opposte; uno è spostato in avanti rispetto a quello dietro





QUINTA POSIZIONE: i piedi sono perfettamente uno di fronte all'altro e paralleli; alla punta del piede davanti corrisponde il tallone di quello dietro e al tallone del piede davanti corrisponde la punta di quello dietro