lunedì 29 marzo 2010

Divaghiamo un attimo dalla danza: le connessioni

Scrivo questo dopo aver letto l'articolo del professore, ma prima di iniziare vorrei dirle che, nonostante abbia provato a capire...non ho la minima idea di cosa significhi scrivere un post "di pancia"!

Leggendo l'articolo mi passano per la testa vari pensieri..

All'inizio, leggendo come tutto sia in realtà inserito dentro un sistema di reti, molto più ampio, penso...certo, mi sembra una cosa ovvia, che non ci sia quasi bisogno di puntualizzare..

Poi, continuando, mi tornano in mente le superiori e come, in cinque anni di scuola, i maestri che ho incontrato sono ben pochi e una mano basta e avanza abbondantemente per contarli (il che non si può proprio definire una buona media...)

Quello che ho capito è che tanti pensano solo a se stessi, che non perdono tempo a scambiarsi opinioni né con i colleghi, né con gli studenti...cosa che mi sembra un buon esempio per quanto riguarda la mancanza di relazione con le "cose" vive..
E mi vengono in mente tante volte, in cui la mancanza di comunicazione, di collegamenti con l'esterno, fa apparire le persone molto più ottuse..

Inoltre, dalla mia esperienza, ricavo anche che tante di queste persone si sentono maestri e tentano di fartelo capire, dicendoti quello che devi fare e come lo devi fare...sembrano un po' quei paladini comici che si gonfiano di sè e dicono di compiere grandi imprese, ma alla fine non fanno proprio niente..

Allora penso..forse non è che non sappiamo che sia possibile stabilire un numero virtualmente infinito di connessioni in modo da poter migliorare non solo il rapporto con gli altri, ma anche con noi stessi, forse è che non ci prendiamo il tempo per stabilirle.

Non è che abbiamo perso come comunicare con le "cose" vive è che lo abbiamo scordato, perchè siamo ossessionati di non avere tempo.

E allora anche imparare qualcosa su un mondo completamente nuovo per molti, come quello di Internet, pieno di connessioni, che sembra avere un linguaggio incomprensibile, può apparire difficile, forse impossibile, e anche spiazzante.
Magari è anche questo che frena l'entrata di nuove tecniche nell'istruzione.

Ad esempio, tutti nella scuola parlano dei famosi collegamenti tra le materie che lo studente deve essere in grado di fare alla fine del percorso di studi.
In realtà a fare questi famigerati collegamenti, nessuno ti insegna mai..e non dico che si dovrebbe fornire un libretto di istruzioni..chi ha incontrato un maestro nel suo percorso sa che cosa intendo..
Il fatto è che nessuno prende in considerazione il fatto di guardare oltre la sua materia...sarebbero in grado di fornirti un elenco completo di tutte le date più importanti nella storia dell'uomo..ma è altro da insegnare, aiutare a vivere..

Il risultato è che lo studente studia per i voti e non per imparare qualcosa; segue alla lettera ciò che dice l'insegnate, i suoi schemi e non se ne costruisce uno proprio, con le sue idee, da cui sarebbe in grado di trarre certamente un numero maggiore di informazioni.

Con questo concludo...spero di non essermi lasciata trasportare un po' troppo dai pensieri..anche se ne ho tanti altri per la testa..

P.S. "Education is the ability to perceive the hidden connection between phenomena."...questa
frase mi ha fatto subito venire in mente un poeta del primo romanticismo inglese, William
Wordsworth, che diceva qualcosa di molto simile.
D’altra parte, credo lo abbia scritto anche lei da qualche parte, i poeti intuiscono molto prima
certe cose…

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